Un’antica isola
In epoca geologica, l’Argentario era completamente staccato dalla terraferma. Un’isola alla deriva sul mare che, con il tempo, si è vista congiungere alla costa dall’accumulo di detriti che sono oggi il tombolo della Feniglia e quello della Giannella.
L’intero promontorio è di per sé composto da mucchi di detriti calcarei che con il tempo hanno subito un’erosione di tipo carsico e marino, formando così numerose – almeno una decina – grotte che furono abitate in epoca preistorica e che ancora oggi si possono visitare, vere testimonianze di un’antichità scomparsa.
Le grotte
Fra queste grotte, le più belle da vedere sono senz’altro la Grotta Grande dell’Argentarola e la Grotta Azzurra di Cala dei Santi, la prima situata a 5-6 metri di profondità nell’isoletta omonima di fronte al promontorio

Meravigliose grotte carsiche si aprono nell'Argentario a strapiombo sul mare: stalagmiti, stalattiti, laghetti sotterranei, gallerie e cunicoli che furono già abitati in epoca neolitica

dell’Argentario, la seconda raggiungibile in barca navigando verso Punta Avvoltore: ambedue sono ricche di stalattiti e stalagmiti. Invece sono visitabili solo dagli esperti, e raggiungibili via mare, la Grotta del Turco, lungo la Costa della Cacciarella, la Grotta di Nonna Vittoria a Punta della Roccia, la Grotta della Polveriera a Poggio Mortaio.

La Grotta di Punta degli Stretti
Ma forse la più scenografica – nonché la meno difficile da percorrere – è la Grotta di Punta degli Stretti (detta anche Grotta del Granduca, in seguito a una visita di Leopoldo II di Lorena), presso Porto Ercole.

È lunga più di un chilometro ed è piena di attrattive naturali: laghetti, concrezioni. Ma è bene essere equipaggiati adeguatamente per visitarla, o ancor meglio seguire una guida.
Il primo tratto è facile, perché il cunicolo tende ad allargarsi, ma poi si restringe di nuovo. Dopo 35 metri circa ci si ritrova in un’ampia sala – la Sala del Granduca – ricca di concrezioni fossili che si sviluppano tutte attorno a un ampio laghetto di acqua limpida.
Proseguendo, ci troviamo di fronte a due cunicoli, uno detto Galleria Vecchia e l’altro Cortina Meravigliosa, per le scenografiche concrezioni calcaree. La visita continua quindi verso il passaggio dei birilli, la saletta del fagiano e un secondo lago, detto dello Stillicidio; poi ancora verso la Sala dell’Obelisco. Segue un altro lago, il Lago Egiziano, molto profondo e circondato da sponde a picco, dopo il quale un bivio porta verso la Galleria Garibaldi o verso la Sala delle Frane, così chiamate per le splendide stalattiti e stalagmiti spezzate sul pavimento. Termina il percorso la Galleria del Drago Volante, disseminata di laghetti.
I ritrovamenti archeologici di ossa e utensili dimostrano che la Grotta degli Stretti fu abitata in età neolitica. Fu scoperta durante i lavori per la costruzione della strada che porta a Orbetello nel 1842 ed è oggi la grotta carsica più grande della Provincia.
Come arrivare
Si raggiunge da Orbetello in direzione Porto Santo Stefano, dopo il bivio per il Convento dei Passionisti: il cunicolo di accesso si nasconde nella macchia.